martedì 3 giugno 2008

memoria

Alcuni combattono contro l’impeto del fiotto, appesi,
uno stridore di unghie contro le rocce del torrente e la corrente
trascina e strappa, via.
Si impiccherebbero ai rami pur di arrestare la corsa,
alla fine invece cessano di tenere
e si rimettono, docili, ai flutti
lasciano che tutto scorra via,
lontano dal pensiero fino alla foce.
Altri ristagnano, dormono e si trastullano
nel fetore del bitume che risucchia e cancella,
giusto per l’istante di una vita
e cullati dal pantano lasciano
una scia immonda sulle foglie del tempo
bava di lumaca da finire rinsecchita al vento.

Cosa mai fare della memoria?
Mi ricorda…
Giù alla centrale amministrativa
fino a qualche anno fa
c’erano degli archivi enormi
adesso quei palazzoni sono animati
di cervelli elettronici
sinistri e vivi
giganti di cemento che ingurgitano file
in quantità tale che non si capisce più
cosa va conservato e cosa buttato via.

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