sabato 2 febbraio 2008

Una notte di sogni strani.

Mi porgono una cartolina. Una fotografia, gente che gioca dentro una fontana della mia città. Una festa tradizionale, ma non la conoscevo. Me la rigiro tra le mani... posto per il francobollo, per l'indirizzo...




Sono in una città che non esiste, in una casa che non conosco. La casa è un pò vecchia, un pò trasandata. Una casa in cui vive una famiglia, tutto sommato. Fuori non fa freddo, deve essere estate, è sera. L'atmosfera ricorda qualcosa della mia infanzia, qualcosa che ha a che fare con Pescara. Penso all'umidità e mi tocco i capelli, sono corti come li portavo un anno fa. C'è un pò di muffa negli angoli. Guardo le piante: sono appassite, alcune foglie cadute sul pavimento.




Un'atmosfera ingiallita, rivedo lo studio di mio nonno, i suoi quadri, i disegni, i colori, righe, righelli,tele, trofei, cavalletti. Semibuio, mobili scuri. C'è il mio lettino con le sbarre, lo rivedo identico a com'era. Ricordo che il nonno lo aveva verniciato di bianco perché l'ottone si era rovinato. Pavimento di marmo degli anni sessanta, di quelli pezzati come si trovano ancora nelle scuole, quelli che non si vede mai lo sporco. Mi avvicino ai pennelli e li guardo, c'è il pennellone della schiuma da barba.
Poi una scena che quando ero bambina si ripeteva tutte le mattine che passavo giù a Pescara dai nonni. La guardo dall'esterno, mi vedo bimba di cinque anni con i boccoli lunghi, i vestiti smessi di mia sorella e le ciabattine di plastica. La nonna Iole in cucina sbatte lo zabaione. Io mi metto davanti alla porta del bagno, semiaperta. Guardo il nonno Enzo radersi. Con la faccia insaponata sembra Babbo Natale. Finge di non vedermi e ridacchia sotto la schiuma da barba. Io aspetto. All'improvviso si volta, spalanca la porta e mi spennella il naso di bianco, sento l'odore della schiuma. Mi guarda, sorride e dice -Ciao kikinina!!-. Rido e scappo.





Di nuovo nella casa di prima, davanti alle piante. Le aggiro e dietro c' è un muro, ci sono delle scritte ad acquerello che ricordano quelle che ho sul muro della mia camera, ma sono più belle, accostamenti di colore molto piacevoli. Mi stupisco e penso che le ho fatte io.
Arriva un ragazzo che conosco, nel sogno abbiamo poca confidenza, ho la sensazione di frequentarlo da poco. Mi batte sulla spalla e dice che è ora di andare, parla a bassa voce. Ci spostiamo nella sua camera da letto, l'atmosfera è la stessa della casa. Ci sono altri due ragazzi che conosco. Dobbiamo uscire passando per la finestra, siamo al piano terra. Loro raccolgono delle cose, le mettono in grossi zaini. Nel sogno è una situazione consueta, lo abbiamo già fatto altre volte. Non facciamo rumore, parliamo a bassa voce. Saltiamo fuori. Si fermano e mi guardano. Qualcuno deve tornare dentro, prendere le chiavi sulla cassettiera e spegnere la luce. Io non ho zaini, non ho nulla con me.Mi arrampico di nuovo sul davanzale e piombo sul pavimento, da fuori mi fanno cenno di non fare rumore. Mi prende il panico, sento una voce provenire da un'altra stanza, mi precipito alla cassettiera e ci sono tante chiavi, ne sollevo un mazzo e lo mostro a quelli fuori, dicono di no, lo butto giù ne sollevo un altro, allora annuiscono, qualcuno arriva percorrendo il corridoio, corro verso la finestra terrorizzata senza spegnere la luce. Salto fuori. Mi guardano sconcertati. Vediamo la mamma del ragazzo entrare nella stanza. Lo chiama con una voce strana, lui si raggomitola a terra, in strada. Io la guardo da fuori la finestra con il cuore in gola. Dai gesti riconosco un disturbo psichico grave. Non ho idea di cosa fare, lui chuso a riccio sul selciato. Trema e singhiozza forte. Guardo dentro, lei ha accostato la porta e sta guardando i poster che ci sono attaccati dietro, imbambolata. All'improvviso si mette ad urlare in modo straziante. Lui singhiozza. Uno dei due amici lo afferra per le spalle, lo scuote e lo rimette in piedi di peso, ha gli occhi orribilmente gonfi. L'altro ragazzo accosta le imposte. Ci avviamo per strada, ora lui è tranquillo, mi prende per mano. Io guardo a terra e penso soltanto "che cosà dirà la gente? che cosa dirà la gente? che cosa dirà la gente?"




Sono davanti la fontana della cartolina, splendidamente illuminata, c'è una fiera. Sono con mia sorella e mio padre. All'improvviso al posto della fontana c'è una strana giostra, un grosso disco di legno scuro che gira, con delle poltroncine ed uno spazio per camminare. Saliamo tutti e tre mentre la giostra si muove. Lo trovo molto strano. Guardo per terra e mi rendo conto che ci sono delle venature d'acciaio. Penso che mia sorella potrebbe scivolare. Piove, è tutto bagnato. Mi accorgo che la giostra ruota ormai per aria, la vedo da sotto, sembra un disco volante che gira su se stesso in un punto, a qualcosa come otto metri da terra. Di nuovo sopra,non ci sono ringhiere né protezioni. Ho paura che mia sorella scivoli di sotto. Mi volto e la prendo per i polsi. Mio padre grida nel panico -Questi sono pazzi! Questi sono pazzi!-. Mi guardo intorno, la gente grida e ride e si diverte, ci sono dei padri con dei bambini. Penso che non ci sono protezioni, penso che sono tutti pazzi, che i bambini potrebbero cadere di sotto, sono terrorizzata dall'idea di perdere l'equilibrio, stringo forte i polsi di mia sorella. Sono tutti impazziti!






Sono in un bagno, mezza nuda. La porta è tutta scassata. Mia madre bussa insistentemente. Io devo nascondere un tatuaggio. Le dico di aspettare, non trovo nulla per coprirmi. Lei apre la porta,io cerco di tenerla chiusa. Lei spinge da un lato io dall'altro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

vedi, questa è una cosa singolare, ho sempre apprezzato i sogni, anche gli incubi...ma i miei sono in bianco e nero rispetto ai tuoi, li racconti con una tale ricchezza di particolari che leggendo sembra di viverli!!io ricordo sempre vagamente il sogno... ed è raro che accada... per questo quando capita che io li ricordi, anche se sonon incubi, apprezzo la cosa..magari stando vicino a te, abbracciati a dormire in una notte più tranquilla, in una notte più lunga, (senza svegliarmi ogni 2 minuti per assicurarmi che tu stia bene e che sia accanto a me, senza guardare la tua faccia beata dormire finendo poi per svegliarti), beh in quella notte tornerò a sognare anche io...