mercoledì 30 gennaio 2008

Autoanalisi,al solito. Attenzione, è una mattonata. Ti piacciono i pipponi nevrotici? Scrivere mi aiuta a rallentare il corso dei pensieri.O forse no.

La notte porta consiglio, oggi mi sento bene.
Non serve a niente puntare i piedi, in fondo sono io a gestire la mia vita.
"Ognuno è fabbro della sua sconfitta, ognuno merita il suo destino."
Più che perdere le staffe mi conviene riflettere. Però non importa, non mi pento di aver perso la bussola. Sbagliando si impara. Non potrà mai andare tutto liscio, la mente deve scorrere come un fiume, non si può stare sempre lì a contenersi. Qualche volta serve mandare tutti a quel paese, l'importante è farlo con amore. L'importante è esserci dentro alle cose, io scappo, ho le gambe che mi partono da sole. Poi torno indietro.
Dico con amore e non con passione (anche se sarebbe più corretto passione nel mio caso) perché come mi ha spiegato quella santa donna che mi insegna filosofia il termine passione può indicare qualcosa che sottomette l'anima, da patire insomma, una cosa del genere. Forse è riduttivo, ma ha cambiato il mio punto di vista, mi ha aperto una strada nuova. Un'altra di quelle persone che stimo e dalle quali ricevo rispetto ed attenzione, ma non affetto. Sempre una punta di fastidio. Deve essere il mio modo di fare. Non riesco a togliermi di dosso questo fatto di mostrare le certezze. Se sono sicura di qualcosa si vede. Se poi la mia certezza è clamorosamente sbagliata la bombardo e la ricostruisco un pò meglio. Ma questo non si vede. Il fatto è che le cose che si imprimono nella mente di qualcuno come consapevolezze, nella mia diventano certezze. Vorrei non averne di queste sicurezze usa e getta. Sbaglio sempre con una convinzione tale che appaio irremovibile. Quello che gli altri non sanno è che ci metto venti secondi a rendermi conto ed a rivedere il mio punto di vista, lo faccio volentieri, non mi costa nessuno sforzo. Ma non si vede da fuori, sembro una testa di legno. Sorge spontanea la domanda: ma se tu sai cosa hai nella testa e ti garba, perché preoccuparsi tanto di quello che appare agli altri? Perché esternarlo per forza? Perché il fatto che gli altri possano farsi un'idea totalmente sbagliata di me mi fa orrore. Mi spaventa a morte pensare che i rapporti con le persone potrebbero incrinarsi per errori di comunicazione. Però resta il fatto che il mio pensiero ed il mio sentire devono passare per la razionalità, poi per il linguaggio, attraverso le parole, il corpo, attraverso l'ambiente e le circostanze per approdare alle orecchie degli altri, alla loro mente, al loro vissuto, al loro sentire. Non gli arriverà mai la versione originale, e questo è assodato. Il dramma (sì, il dramma, perché chi non ha problemi concreti se ne deve creare per forza di altra natura...) è che spesso mi rendo conto che arrivano messaggi completamente privati della loro natura, che non hanno niente a che vedere con quello che ho in mente. E qui mi si dirama talmente tanto la riflessione che mi perdo. Dunque, con ordine (si fa per dire) : sono io che ho un modo di trasmetterli che fa schifo? Eppure mi nego completamente la possibilità di sintesi pur di scansare tutti gli equivoci. O forse dovrei dire che non possiedo affatto capacità di sintesi. Comunque: probabilmente ottengo l'effetto contrario, ingarbuglio talmente tanto il discorso che il messaggio rimane incastrato nei fronzoli e non passa. Oppure, con questo fatto che cambio le mie certezze di continuo, ne sparo talmente tante e così velocemente che mi contraddico ed arrivati a quel punto figurarsi...che gigantesca sega mentale. Mi sento la personificazione della nevrosi occidentale. Certo, perché poi non posso fare a meno di pensare che la reazione degli altri a quello che io trasmetto deve compiere esattamente lo stesso percorso all'inverso per arrivarmi ovviamente falsata. Ma allora la comunicazione non esiste! Passiamo il tempo a prenderci in giro! Saremo tutti soli come cani per il resto della nostra esistenza! Un momento. ho perso il senso della misura, di nuovo. Non può essere così. Però il ragionamento mi fila, a te fila? Bo. C'era un tizio che non mi ricorso come si chiama, mi raccontava mia sorella forse un paio di anni fa, lo stava studiando all'università. Devo chiederle chi accidenti era. Insomma questo tizio doveva scrivere la sua tesi di laurea, credo, su un certo autore. Solo che non ci capiva un accidente dei testi di quell'autore. alla fine ha scritto una tesi su qualcosa come l'incomunicabilità. Forse dovrei informarmi, potrebbe tornare utile alla mia paranoia. Comunque, per la cronaca, quella di filosofia mi ha detto che sono una specie di sofista fascista. Praticamente se mi butto da un ponte faccio un favore all'umanità. All'umanità, addirittura...ma come ci sentiamo importanti stasera! Scherzo ovviamente, mi piace troppo vivere. Tanto ormai mi starò facendo un soliloquio, a meno che qualche masochista... ecco su questa cosa della capacità di sintesi dovrei riflettere un attimo. Insomma è difficile che qualcuno arrivi a leggere questo post fino a questo punto, se lo fa o ci gode a martellarsi le palle o non ha niente da fare. Molto probabile che si addormenti prima. Ecco, anche questa è non comunicazione. Aiuto. Aiuto! Mi esplode il cranio. Tanto per soddisfare la curiosità del mio lettore fantasma aggiungerò che quando provo la suddetta sensazione di sovraccarico ( si dice così?) mi diletto a tentare le seguenti soluzioni: (in ordine di frequenza, decrescente)
-corro avanti e indietro per la mia camera con la musica a palla nelle orecchie ed in dieci
secondi mi ritrovo a giocare in trasferta in un bellissimo mondo parallelo (letteralmente);
-mi sforzo di addormentarmi e magari riesco anche a sognare;
-mi anestetizzo il cervello (lascio alla vostra immaginazione la scelta dei mezzi, i più disparati.)

Dottore, sara grave?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

cara segnorita io ho un paio di metodi per anestetizzare il cervello: il primo è ballare e giocolare al ritmo latino, il secondo è fare all'ammore!!
Un abbraccio.

Melapiana ha detto...

Già ottima idea, dovrei impararla questa leggerezza d'animo... grazie.

Anonimo ha detto...

Io direi da partire dalle tematiche - quando hai voglia di autoanalizzarti cercando il perchè e il per come di qualcosa, prima di ricorrere al medico o a un calco in gesso della zona interessata da stress, prova a scrivere qualcosa che ti faccia sorridere - "santa donna che ti insegna filosofia" - tske, l'unica filosofia utile, al momento, è quella dentro i Baci Perugina:

1) perchè c'è il cioccolato
2) perchè sono solo cazzate
3) perchè alla fine puoi dire di aver almeno mangiato della buona cioccolata

"all'amore"?!?

Mh...magari mì nonna poteva darmi un consiglio così - lol

Stai su e scherzaci che tanto non cambia nulla ^^

Baz

Liss

PS: si lo so - ti starai domandando che cavolo voglio - ma - non preoccuparti che non sei sola!!!

Melapiana ha detto...

ma quanta gente saggia in giro, grazie cara!