martedì 5 febbraio 2008

Colombe in gabbia gabbie in vetrina

Mi sento chiusa dentro una bolla che mi tiene isolata e deforma la realtà. Il riso diventa scherno, la solitudine isolamento, il rispetto indifferenza. Non mi fido dei miei stessi pensieri, mi sento chiusa dentro di me mi sento sola. Mi sento il vuoto addosso, da tutte le parti, mi vedo piatta, ferma, morta. Non ho mai avuto così paura di impazzire. Tanto io sono quella forte. Certo. Continuate a pensarla così, continuate a non avere rispetto della mia sensibilità perché tanto io non ne ho una, sono la donna di cemento, non piango mai. Usate pure le parole che vi pare per dirmi le cose che volete, tanto non piango, non mi fanno nessun effetto. Siate indifferenti, cosa vi frega a tutti quati di sapere che cosa provo io, se ho delle emozioni oppure no, sono sbagliata e basta. Sempre occhi asciutti, risposta pronta, tanto chiasso da fare. Chi se ne sbatte del nero e del silenzio? Niente di cui preoccuparsi, partite pure che vengo a piedi. Sono brava a fare il cagnolino fedele, l'insensibile, la buffona, la roccia, la confusa, la spavalda, quella non ti preoccupare per me che se ti preoccupi mi emoziono e non so come risponderti, quella che è vero ho sbagliato scusa, quella che non serve piangersi addosso serve reagire, quella che nonostante tutto andiamo avanti a testa bassa. Quella tutto fumo e niente arrosto, tanto giocate tutti con il fumo, non ve ne frega niente di cercare l'arrosto a meno che non vi venga servito su un piatto d'argento. Per quanti è importante capire come sono fatte le persone dentro, quanti hanno voglia di stare a sentire il prossimo e di parlare di sé? Di aprirsi a una comunicazione fine a sé stessa, per il gusto di non dimenticare che siamo persone e non macchine, non automi, non animali. Possibile che interessi solo a me controllare ogni tanto se la gente sogna, sa la gente è felice, se la gente ama? Possibile che non freghi a nessuno di sapere se io sono viva dentro oppure no? Così mi ammazzo. Mi sento sola, divento cattiva, minaccio l'aria. Ho fatto retromarcia, ci avevo messo tanto tempo per trovare la gioia di aprire delle porte e niente da fare! Tutti chiusi dentro di noi che pare un sacrilegio se qualcuno tenta una via diversa. Io sono maledettamente proiettata dentro me stessa e ci soffro tanto e ci combatto ma con le MIE ARMI. Non posso pensare come qualcun altro, non ho la testa di qualcun altro, mi finisce a crisi isteriche se lo faccio! Perché devo sentirmi screditata a tal punto da voler ricalcare gli atteggiamenti di altre persone? Perché devo faticare così tanto ed essere aggressiva come un cane da guardia per preservare il mio carattere? Farò poi così schifo? Chi può dirlo! Nessuno, non frega a nessuno di conoscere gli altri, non frega nemmano a me. Tanto si finisce sempre con l'essere allontanati, non illudiamoci di poter appartenere a nulla, nessuno appartiene a nulla. Indifferenza, solitudine. L'affetto è per pochi eletti. Sono piccola. Voglio sbattere i piedi per terra, ho tre anni e voglio essere svegliata, nutrita, vestita, trasportata. Mi sento incapace di fare tutto, ho paura, non ho voglia di muovere un passo.Vogliamo solo che la gente diventi come noi e nel frattempo siamo gelosi dei nostri pescorsi. Facciamo tira e molla con il cuore degli altri. Non voglio lasciare nessuno io. Vorrei che la gente si sentisse amata, perché si sente invasa?Perché scappiamo di fronte all'affetto? Che cosa nascondiamo tutti, che cosa non vogliamo che gli altri vedano, cosa non si deve mostrare e perché? Non capisco. A volte mi sento come se tutti parlassero una lingua che non conosco, mi sento emarginata. Al massimo qualcuno riesce ad interessarsi a me come ad un caso limite, un soggetto qualunque o un fenomeno da baraccone. Sto gonfiando una palla di schifezze che esistono solo dentro la mia testa, potrebbe scoppiare ed invadermi tutta, sarebbe un disastro. Ho paura. Quando passa la paura resta la malinconia. Ce la farò a tornare a pensare come prima? Facciamo che la speranza è sempre l'ultima a morire, che almeno è un passo avanti. Se non mi aiuto io...

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