sabato 23 febbraio 2008

Paura del buio

Qualcosa cambia dentro di me. Qualcuno nasce, qualcun altro muore.
Non so dire esattamente cosa sta succedendo. Non mi sento più sola, è come se potessi parlare con la mia vita, con la mia anima, come se tutto quello che esiste dentro e fuori di me avesse un comune denominatore.
C'è un qualcosa di bello che mi sembra da un po' di vedere da tutte le parti.
Sarà perché mi sento così ottimista ed in pace con tutto di questo periodo, ho deciso di fare un'esperimento.
L'altra sera ho spento la luce ed ho aperto gli occhi.
E' stato come imparare ad andare in bicicletta, sui trampoli... come imparare a camminare.
La volontà diventa più forte del terrore quando si sogna qualcosa.
Pensavo al buio. Pensavo che l'unica cosa che il buio è capace di creare sono i pensieri e le paure delle persone. Eppure non è così. C'è qualcosa di grande nel buio, qualcosa di immenso. Ho avuto paura appena aperti gli occhi, ho tentato di resistere. Ho allontanato le mie fantasie più immature e banali. La paura è passata. Ho guardato , di solito dopo poco mi sento come murata viva quando sono al buio. Mi sono detta: fino a che quella sensazione non si presenta non ho motivo di soffrire. Se si presenta ho l'interruttore vicino. E se la mia mano non si alzasse? Che succederebbe? Il buio non soffoca le persone. I pensieri soffocano le persone. Il buio non uccide, la paura sì. Non ho avuto paura mentre pensavo, tenevo gli occhi aperti. Poi ho pensato: perché bendata o con gli occhi chiusi non vedo il buio? Perché se fuori è giorno e sono in una stanza buia soffro meno e se fuori è buio o non so se è buio o no soffro di più? Tutto nella mia testa, non pensare a niente, pensa al respiro. E mentre pensavo di dover pensare al respiro è arrivata la sensazione che mi ha fatto cercare il muro. Non stavo pensando al respiro, stavo ancora pensando alla differenza che c'è se fuori è buio oppure no. In quel momento era buio. Ho pensato ai campi coltivati vicino casa mia, avvolti in una tenebra che solo la fantasia poteva creare, niente lampioni, niente di niente. Non mi sono sentita soffocare stavolta, mi sono sentita in mezzo al nulla. In bilico sul vuoto. Ho cercato il muro con la schiena come quella sera che scattò la valvola e passai ore ed ore al telefono con un'amica, pietrificata con la schiena attaccata alla parete, un terrore folle, non riuscivo a muovermi. Ho cercato il muro e poi l'interruttore. Ho acceso mi sono calmata ed ho spento ancora, dopo qualche minuto.
Ho cercato di considerare solo il buio della stanza, ho immaginato tutte le cose al loro posto.
Poi ho immaginato che un minimo fascio luminoso avrebbe potuto dimostrare ben altro, qualcosa come un mondo stravolto. Ho riacceso e non ho spento più. Il buio mi sembra una cosa viva. Viva e grande, il buio ha un'anima come tutto il resto. E allora perché mi fa così paura? L'anima che sta dentro tutte le cose non genera mai sensazioni spiacevoli. Al buio è come se vedessi l'altra faccia di una stessa anima. Il buio fa scomparire tutto e al posto della realtà così come la vediamo, rassicurante e costante, mette la fantasia. Carta bianca ( o forse dovrei dire carta nera) all'immaginazione. E noi creiamo spesso cose orribili nel buio. E' di me, non del buio, che devo avere paura. Della mia testa. Potrei scegliere di creare cose belle. Per un periodo ci sono riuscita, tra i 13 ed i 14 anni. Stavo tranquilla al buio.
Ultimamente sento una forza incredibile da tutte le parti, mi fido, ci credo. Non so spiegarmi, mi sento al sicuro in questo mondo sebbene tutto tenti di dimostrarmi che le cose non stanno così. Ogni giorno registro un appunto, come fosse un pezzetto di anima. Combatto contro quello che adesso ritengo sbagliato, fuori e dentro di me, soprattutto dentro di me. Uso tutte le armi che riesco a padroneggiare per diffondere qualcosa che sento che mi sta entrando dentro, ancora non capisco che cosa. Quello che voglio è essere viva in mezzo a gente viva. Non sono ancora riuscita a vincere il buio, ma ce la farò. E la cosa più bella sarà provarci. L'altra cosa che odio è il filtro tra me e gli altri. Un meccanismo complicatissimo che cerco di smontare a pezzetti giorno per giorno. Meglio essere come un vetro. Che tutti vedano il bello ed il brutto dentro di me, che possano amarmi per il bello oppure odiarmi per il brutto, ma non ignorarmi perché per colpa di un sistema di filtraggio si vede tutto grigio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

mio Dio non credevo scrivessi così... ci sono delle cose che...non è di circostanza, io... si insomma, mi ci è scappata la lacrimuccia...! e poi il fltro...è una cosa che odio anche io!!!