Anche la matematica, giuro non ci ero mai riuscita a trovare un posto a quella roba lì.
Non è una gabbia dell'inconscio, forse il contrario.
Non è una limitazione alla creatività, ai sogni, all'arte.
E uno strumento di comunicazione.
Come se uno avesse tante palline rosse, un fottio di palline rosse che rimbalzano e schizzano da tutte le parti. Prova un po' a contarle, un fottio di palline rosse che schizzano. Non ci riesci.
A quel punto sai che hai un sacco di palline rosse, ma non sai quante sono.
Sai ho tante palline rosse.
Tante?
Tante.
Tante quante?
Non lo so.
Allora io ne ho di più.
Quante?
Dieci.
Ma le mie sono sicuramente più di dieci!
Dimostralo.
Come?
Contale.
Non posso.
Perché?
Perché si muovono.
Allora fermale.
No lo so fare.
Ed è proprio lì che casca l'asino. Ci vuole una tecnica. ci vuole la tecnica per allineare contare le stramaledette palline.
Per la miseria ci ho messo 17 anni a capirlo e non sono nemmeno capace di spiegarlo.
Certo è che rispetto allo sproloquio che ho fatto sul quadernone verde acqua, questa sintesi è almeno sopportabile.
E poi ora non ho voglia di inserire lo sproloquio.
Magari un giorno mi ci impegno,ora vorrei passare a quello che ho scritto il giorno dopo, quando sono cominciati i guai.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento