sabato 29 dicembre 2007
Tu vedi
Facciamo che...
tu sei nel mondo del cielo, io nel mondo delle nuvole.
Ognuna chiusa nel suo, bloccata.
Il cielo si mescolerà mai con le nuvole?
Facciamo che...
La parete che ci separa è sottile, trasparente,fredda.
Posso avvicinarmi a te fino alla distanza di un minuscolo centimetro di vetro congelato.
Non posso toccarti.
Nemmeno tu puoi toccarmi.
Leggo i tuoi gesti e ti ascolto
non con le orecchie!
Sento la tua anima che canta.
E tu? Mi senti?
Io posso romperlo questo vetro,
amore.
Lo mando in frantumi in un attimo,
senza nessuna fatica.
Ma non voglio fare rumore.
Non posso rischiare di farti fuggire.
Resto paralizzata.
Fuoco
Che ieri sera aveva gli occhi luminosi. Che li ha sempre avuti, gli occhi luminosi. Che è luce. Come fanno certe persone a... splendere... in quel modo? Come fa il fuoco ad illuminare il buio senza consumare, senza scottare, senza fumo e senza crepitio? E' fuoco puro, fuoco di spirito, fuoco sospeso.
Dire di poter amare indipendentemente da tutto, anche dal sesso... forse non era effettivamente vero, era più come lasciare una porta aperta. E se la porta è aperta prima o poi qualcuno entra. Il limite che separa l’affetto e la stima profonda dall’amore…o anche l’amicizia, dall’amore.
Non fraintendere le proprie sensazioni, interpretare i sentimenti, domare la passione.
Ma cosa vuol dire? Conoscersi, capirsi, essere come dire…dentro se stessi, non so.
Ma innamorarsi?
Quella sensazione. Quella la riconosco, quando arriva: inesorabile, inequivocabile, improvvisa a volte, indomabile. Non pretendo attenzione o risposte, mi sforzo di non chiederle neppure nonostante i miei stessi sguardi mi tradiscano. Sarebbe troppo assurdo, inaspettato e bello, troppo profondo e grande per essere vero. L'importante è averla attorno, sapere che c'è. Che è a casa sua o nella stanza accanto.
Chi lo sa cosa nasconde. Forse molto, forse nulla. E' bontà fresca, onestà, dolcezza.
Forza pura, energia positiva.
Vola, vola alto, ma ha radici che legano alle profondità della terra.
Non dovrei cercare di capire. Percepire, piuttosto. Lasciare aperta una finestra, lasciare che entri quest’aria, questo vento.
E’ calore, tepore, respiro. E’ respiro! E’ armonia, è un flauto, una chitarra!
Scioglie i capelli , senza vanità: un gesto, un attimo che è così breve ma basta a trapassare la memoria. E’ un’immagine che incide e lascia il segno. Una lama sulla corteccia levigata di un giovane albero,
un ricordo netto ed indelebile.
… investe senza ferire e ti lascia disteso, inchiodato al suolo e ridi! E’ stupore…
A volte vorrei essere tanto pura da poter crollare in ginocchio, versare un fiume di lacrime e gridare! Gridare con l’anima, con una voce sconosciuta che risale dal fondo, che torna dalle origini, da non so nemmeno io dove per dirle che è bella. E’ bella. Vento tiepido.
12 dicembre bis: La matematica.
Non è una gabbia dell'inconscio, forse il contrario.
Non è una limitazione alla creatività, ai sogni, all'arte.
E uno strumento di comunicazione.
Come se uno avesse tante palline rosse, un fottio di palline rosse che rimbalzano e schizzano da tutte le parti. Prova un po' a contarle, un fottio di palline rosse che schizzano. Non ci riesci.
A quel punto sai che hai un sacco di palline rosse, ma non sai quante sono.
Sai ho tante palline rosse.
Tante?
Tante.
Tante quante?
Non lo so.
Allora io ne ho di più.
Quante?
Dieci.
Ma le mie sono sicuramente più di dieci!
Dimostralo.
Come?
Contale.
Non posso.
Perché?
Perché si muovono.
Allora fermale.
No lo so fare.
Ed è proprio lì che casca l'asino. Ci vuole una tecnica. ci vuole la tecnica per allineare contare le stramaledette palline.
Per la miseria ci ho messo 17 anni a capirlo e non sono nemmeno capace di spiegarlo.
Certo è che rispetto allo sproloquio che ho fatto sul quadernone verde acqua, questa sintesi è almeno sopportabile.
E poi ora non ho voglia di inserire lo sproloquio.
Magari un giorno mi ci impegno,ora vorrei passare a quello che ho scritto il giorno dopo, quando sono cominciati i guai.
venerdì 28 dicembre 2007
Le bugie non sempre hanno le gambe corte,ed è questo il problema.
Morale della favola: passerò l'ultima notte dell'anno a difendermi disperatamente dagli attacchi della tigre, che è molto più pericolosa di quanto crediate, e che avevo faticato per seminare, invece di vedere i miei desideri di seminarla definitivamente ed iniziare una vita diversa finalmente realizzati, dopo tanta fatica, nel paese della cuccagna. E la colpa è solo mia e del fatto che non mi sono resa conto in tempo che ci vivevo quasi, nella gabbia della tigre. Non sapevo di disprezzarla tanto finché non si è aperta a metà la porta di quel paese bellissimo, e sicuramente sconosciuto e misterioso, ma che non è certo pericoloso come la gabbia della tigre.
Certo a questo punto sono comunque in un bel casino,ma le possibilità che mi restano sono tre:
- Spiattellare la verità creando scompiglio e senza la possibilità di tornare indietro, e
senza nemmeno la garanzia di potermene poi andare tranquilla nel paese della cuccagna.
-Andarmene buona buona e fregata fregata nella gabbia della tigre, difendermi dagli attacchi sola
soletta con il rischio di non riuscirci (se ci penso bene però passata questa prova potrei sperare
di essere immune ad attacchi futuri); meditare ed imparare una dolorosa lezione: le bugie non
portano mai bene ed in mancanza di altre opzioni è meglio astenersi e fidarsi del destino,
piuttosto che scegliere quello che è in ogni caso il male peggiore; sperare nel frattempo che la
porta del paese della cuccagna non venga sbattuta e sprangata e che mi rimanga almeno uno
spiraglietto aperto che mi faccia sperare di riaprirla(cosa altamente probabile altrimenti quel
paese non sarebbe bello com'è).
-Fuggire dalla gabbia della tigre senza nemeno pretendere di andare nel paese della
cuccagna, destando sospetti a gogo e rischiando una bella depressione e una frana del monte
Situazione Generale catastrofica.
Voi cosa pensate che farò?
Senso è solo una parola. (12 dicembre)
Ad un uomo
Guarda con i miei occhiGuarda con i miei GuGuarda con i miei occhiarda con i miei occhiocchiGuarda con i miei occhiGuarda con i mieGuarda con i miei occhii occhiGuarda con i miei occhiGuarda con i miei occhi
come sotto l'effetto di un incantesimo, guarda quello che vedo senza provare ciò che io provo.
Quando schioccherò le dita proverai tenerezza.
Vedrai i libri, i banchi di scuola. Come funziona la tua fantasia?
Quanto trasforma le persone e quanto trasforma me?
Sono più bella? Più brutta?
Accetti la semplicità della mia confusione?
Infine penso che la tua fantasia abbia ben altro di importante e soddisfacente da fantasticare.
Perdo il senso dell'orientamento: dove è finita la realtà?
Tutto è in rapporto a quello che la mia fantasia fantastica che le fantasie degli altri fantastichino.
La bimba ed io: parte terza (10 Dicembre)
seduto sul legno cupo di una seggiola
a capo tavola.
Il tavolo è coperto da una tovaglia
la tovaglia è chiara
chiara e pulita.
Il secondo commensale
arriva e siede.
Il secondo commensale arriva e siede
all'altro capo della tavola
coperta da una tovaglia
bianca e pulita.
Arriva e siede all'altro capo
sul legno cupo di una seggiola
e versa vino...
corre corre corre corre lungo le fibre del cotone treno laccato rosso spento veloce come il sangue nelle vene come il peccato nell'intenzione il pentimento nell'assassino la voce nel dolore corre disperato come si corre verso l'immenso vuoto in men che non si dica passa tre candelabri dieci portate i bicchieri le posate volo aerodinamico di un coltello che fende l'aria in direzione di un giovane arbusto
...Piccolo piccolo bianco bianco
un vestitino distratto
resta seduto a capo tavola
e sembra quasi
il vessillo piccolino
della terra di nessuno
quando all'improvviso...
Guarda! un fiocchetto rosso
sboccia in pieno petto
piccolo piccolo rosso rosso
innocuo e dolce come il semino primordiale
dell'inizio
della fine.
La bimba ed io: parte seconda (10 dicembre)
anni: cinque
temperatura corporea: trentasei e due
temperatura esterna: trentotto all'ombra.
Tre fogli bianchi.
Il bianco di tre fogli di carta liscia, sottile, la grana più docile ai desideri del vento. Il bianco leggero come di neve appena caduta, soffice e candida, sulla terra nera. Il bianco di tre fogli va a posarsi lieve su due pupille larghe e pulite: diventa fiori diventa piccole navi in partenza diventa...
minuscole vele bianche, incolonnate e silenziose risalgono lievi la corrente: acqua dolce senza fatica, senza dolore. Un serpentello di vele di carta lungo un flusso di pensieri cristallini, freschi, dissetanti.
Lontano lontano
nello spazio e nel tempo
chuso in una penna
serrata tra le dita
di una mano guantata
di guanto mozzo
arde azzurro e fatuo
arde accanto alla candela
di fiamma viva
del presente
il focolare silenzioso
del ricordo
e fuma nostalgia.
La bimba ed io: parte prima (10 Dicembre)
Tre Otto Sei Due passi avanti
indietro
nella stessa dire
zione scono
sciuta.
Lo spazio è tondo
lo spazio è chiuso
lo spazio è infinito.
Lo spazio pieno
di vuoto.
Lo spazio è buio.
Bianco.
Nord Sud Ovest Est
Nord-ovest
Sud-est.
Lo spazio è pieno di persone, lo spazio è vuoto di anime, lo spazio è fuori dall'anima.
Lo spazio contiene l'anima? L'anima. L'anima come un corpo leggero in un corpo pesante.
Un filo d'erba sta per essere investito da un grosso pneumatico.
La bestia pneumatico si avvicina, tocca il tenero filo d'erba, la bestia pneumatico
SCOPPIA come una bolla di sapone. Profumata.
Una morsa di cuoio scivoloso, diverse tonnellate, uccide una spiga di grano.
Sensazioni, sensazioni da un attimo e qualcosa, sensazioni da un letto lungo e largo in un appartamento di un palazzo di un grosso quartiere di una piccola città.
Da un letto lungo e largo da una stanza con tanti specchi dal corpo breve di una bambina
anni: cinque
temperatura corporea: trentotto e sei.
giovedì 27 dicembre 2007
Una goccia nel mare?
Nella realtà, se volete figurarvelo, è un quadernone a righe verde acqua.
C'è uno scarabocchio nervoso sulla copertina fatto mentre discutevo con il mio professore sul perché la scuola funziona come funziona.
Bel colore il verde acqua.
Sì,perché di solito non lo adopero...non lo indosso, non lo mangio...solo quel quaderno.
Ormai associo il verde acqua alla sensazione che si prova quando si ha qualcosa da raccontare.
Una sensazione che è vita.
Mi piacciono i blog. Una volta Quella Persona Saggia (che spero di denominare meglio nei prossimi post) mi ha detto di non dimenticare che ogni essere umano ha un'entità profonda.
Ed ecco i blog.
Non credevo ci fosse così tanta anima in rete.
Non credevo nemmeno ci fosse così tanta anima in giro.
E invece il mondo non è più brutto che bello, e viceversa.
Ah, sappiate che mi riservo il diritto di scoprire quotidianamente l'America, L'Acqua Calda ed il Polo Nord.
Quante volte voglio.
Cercate di avere pazienza, a volte l'ingenuità non è poi tanto fastidiosa.
A volte è molto bella.
A guardarmi ed a sentirmi (non a leggermi dunque) non sembro affatto ingenua.
Sono piuttosto convinta di non esserlo.
Per questo credo fermamente di esserlo.
E metto le mani avanti.
Sappiate che so di non sapere.
O di sapere poco, perché qualcosa so.
Lo dico per timore dei giudizi.
Ho capito quale importanza riveste per me il giudizio degli altri.
L'ho imparato stando in mezzo a gente che non giudica.
Io ci sto lavorando, sarebbe bello se nessuno giudicasse.
Proviamoci. Anche senza riuscirci. Se non altro ci risparmiamo un pò di condanne facili. Le condanne possono pure starci, ma le condanne facili sarebbe meglio evitarle, forse.